La Meditation II dì Maia bellezza come il ghiaccio

La Meditation II dì Maia bellezza come il ghiaccio

di Antonella Marino

Inquadratura fissa. Neve, silenzio, immobilità. In un blocco di ghiaccio concavo, come una culla o un’accogliente cavità uterina, una giovane donna riposa, ferma e completamente nuda, per due minuti. La sensazione non è di sforzo, prova di resistenza al freddo, sfida. Piuttosto è di pace, di conquistata, e “congelata”, simbiosi di un se’ che si riscopre parte integrante della natura.

La donna del video è Maia Marinelli, artista e attivista barese con un lungo curriculum di residenze e esperienze intemazionali (dopo 13 anni a New York, recentemente si divide tra Bari e Maui, nelle Hawai). Questo lavoro intenso, “Meditation part II”, sarà visibile da sabato 5 dicembre alle 11 sul sito web e sulle piattaforme social della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare in occasiona della Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci, quest’anno necessariamente a musei chiusi (www.museopasali.it   https://www.facebook.com/FondazionePinoPascali).

L’iniziativa, precisa la direttrice Rosalba Branà, “inaugura il nuovo format Artecology che analizza le intersezioni tra arte e ambiente nella ricerca artistica contemporanea”. E costituisce una piccola anteprima della mostra che Marinelli avrebbe dovuto allestire nelle sale e che, causa co- vid, è per ora rinviata. Il video fa parte infatti di un progetto più ampio, Occupy North, che con riprese, foto, oggetti, mappe e documenti, racconta una serie di azioni sviluppate da Maia Marinelli al Circolo Polare Artico nell’ambito della The Arctic Circle Residency nel 2015, al seguito di una spedizione con artisti e scienziati. La sua idea, provocatoria e “politica”, si ispira alle controversie in corso per l’appropriazione delle terre artiche.

Il Polo Nord è patrimonio protetto dell’Unesco, ma è anche territorio internazionale. In base al trattato di Svalbard le nazioni che aderiscono, tra cui l’Italia, possono usufruire delle sue risorse. “Insinuandomi nelle contraddizioni e nelle ambiguità legislative di un’area divenuta l’ultima frontiera della sfruttamento economico, da italiana ho pensato di esercitare il mio diritto piantando delle bandiere in alcuni posti e facendoli diventare un pezzo di land art – spiega. La mia miniera in questo caso era il patrimonio naturale dell’Artico che diventava l’opera d’arte”.

Con l’arma del paradosso, Marinelli punta il dito così sul “concetto imperialista” che la terra non possa esistere per se stessa, ma acquista valore e dei diritti solo se occupata da qualcuno, da una nazione o da un privato”. Tuttavia, a confronto con “l’immensità e la meraviglia” di questi luoghi, presto entra in crisi e il suo lavoro cambia direzione “Mi sono vista come una piccola ignorante che proponeva un’operazione volgare come è di fatto l’occupazione”. Di qui la decisione di sospendere le “occupazioni” e di “aprirsi al Polo Nord”: “Per due giorni – dice – mi sono dedicata a camminare, ad ascoltare, a percepire. Non mi sono portata neanche la macchina fotografica. Solo io e l’Artico”. Fino all’incontro con il frammento di ghiaccio-culla, dove ha capito di “trovarsi a casa”.

“Navigare nel cuore dell’Artico è un’esperienza che mi ha cambiato la vita – confessa. Sono stata rapita dalla bellezza dell’ecosistema artico, dalla sua onestà, dalla sua violenza, inesorabilmente vivo e al contempo così vulnerabile. Una bellezza e forza che ti entrano dentro e ti spaccano dall’interno come il ghiaccio”.

Verione PDF: Meditationll_AntonellaMarino_Repubblica

 

Related News

Comments are closed.